Relazione

Esposizione del Progetto socio/educativo “Con- te –Sti@mo Insieme” nell’ambito del programma “Matera Capitale Europea della Cultura 2019” Sasso Di Castalda “Una Capitale al chiaro di Luna”

L’amministrazione comunale di Sasso di Castalda in collaborazione con l’Ass.ne Confamilia, ha coordinato il progetto “Con- te –Sti@mo Insieme”. Il titolo del progetto contiene un duplice significato: l’efficacia e l’importanza della contestazione in opposizione ai fenomeni di dipendenza dai social, sviluppata e affrontata in un contesto comunitario. Il progetto con valenza socio/educativa, è stato rivolto agli adolescenti del luogo; gli obiettivi principali sono stati i seguenti:

  • “segnalare” i rischi che si riferiscono a degli utilizzi scorretti ed eccessivi del social network e dei nuovi mezzi di comunicazione in generale (smartphone, tablet, ecc);
  • indirizzarne l’uso per finalità costruttive nel rispetto della propria e altrui persona;
  • educare all’importanza delle relazioni umane e umanizzanti favorevoli per la crescita di se stessi in rapporto con gli altri e il territorio di appartenenza;
  • trasmettere concetti base di cittadinanza attiva per cooperare e interagire con tutte le realtà associative presenti sul posto al fine di contribuire, ciascuno con le proprie attitudini e risorse, allo sviluppo sostenibile della società in cui si vive in una prospettiva di “protagonismo” sano, reale, attivo e costruttivo rivolto, appunto, all’interesse per lo sviluppo del territorio di appartenenza (cittadinanza attiva).

La sfida di fondo di tutto il programma dunque, è stata quella di rendere più consapevoli gli adolescenti sulla differenza sostanziale tra le relazioni virtuali e quelle reali: le relazioni virtuali non offrono la possibilità di scorgere “l’eterno nel volto di un tu reale” spegnendo così la bellezza del contatto con l’altro che, nella sua unicità, prende e offre occasioni di scambio non solo di parole, ma di tutto il suo mondo intimo e dunque emotivo! Questa, infatti, oggi, la causa principale e scatenante di fenomeni di dipendenza da social quali la sindrome di hikikomori, cybersesso, cyber bullismo, blue whale ecc.

La filosofia di fondo di tutto il progetto è stata quella di far emergere, come urgenza fondamentale, la necessità di “ritornare ai volti”:“La domanda sul futuro è quella legata alla comunione dei volti, a cosa ci sia da fare e da patire nel vivere a faccia a faccia con il volto degli altri. Sarà una strada lunga: ma è già certo che se nel faccia a faccia prevale la faccia mia, allora è confermato il mondo della sopraffazione e della prevaricazione; se invece, come dovrebbe, prevale, per essere umani e cristiani, la faccia dell’altro e il suo diritto senza reciproca, fino alla soppressione di me, fino alla sostituzione completa di me in lui, allora è un’altra cosa, quell’altra cosa sempre intravista e mai posseduta. La coesistenza dei volti, risolta nell’amore del prossimo e nello svuotamento di sé, ha una patria: la patria della pace. Il nome della cosa, che è poi il più antico, non è l’essere, non è l’io, non è il conoscere, ma l’altro, il prossimo. Questo è il porro unum. Il resto, compresa la conoscenza e la carezza, sarà dato in sovrappiù.” (Italo Mancini, “Tornino i volti”).

Il progetto, ha previsto un lavoro di laboratorio finale che rappresentasse l’esito di tutto il percorso formativo, a tal proposito, dopo l’individuazione, attraverso la mappa dei bisogni e delle risorse del territorio, il gruppo di lavoro ha deciso di dare il proprio contributo alle iniziative promosse dall’amministrazione comunale e dalla Fondazione “Matera Capitale Europea della Cultura 2019” in occasione del 50° anniversario dello sbarco del primo uomo sulla luna; in modo particolare al ricordo di Rocco Petrone, direttore del lancio Apollo 11 e nostro illustre conterraneo che, con il suo indispensabile apporto, contribuì a questo importante progetto! A 50 anni da quell’impresa Sasso di Castalda, ha ricordato Petrone in tre giorni di celebrazione con diverse iniziative, tra cui appunto il lavoro svolto dai nostri ragazzi!

(Segue relazione delle partecipanti al progetto)

ESPOSIZIONE DEL LAVORO DELLE PARTECIPANTI AL PROGETTO

Buonasera, a tutti e benvenuti nella nostra piccola “Capitale al Chiaro di Luna”! Noi adolescenti di Sasso di Castalda (Martina, Luciana, AnnaTeresa) desideriamo presentarvi il risultato di un progetto che abbiamo seguito negli ultimi mesi promosso dall’Amministrazione comunale e condotto dall’Ass.ne “Confamilia”. Il progetto, dal titolo “Con- te –Sti@mo Insieme”, ha affrontato il tema riguardante i rischi di dipendenza da social media che, come sappiamo bene, oggi condizionano notevolmente la vita di tutti. Abbiamo avuto modo, tuttavia, di ragionare e confrontarci sull’importanza delle nuove frontiere della comunicazione tecnologica quando essa però è a servizio dell’uomo e non il contrario. Infatti, i nuovi mezzi di comunicazione rappresentano una risorsa importante se utilizzati in modo corretto e funzionale.

A tal proposito, affrontando il tema della cittadinanza attiva, parte integrante del progetto, in altre parole dell’importanza del contributo che ognuno di noi può e deve apportare per la crescita del proprio territorio, abbiamo sperimentato come i media siano uno strumento efficacissimo per operare in tal senso. A noi per esempio, per questa iniziativa, sono stati un valido aiuto per la ricerca e l’approfondimento di argomenti che ci hanno permesso di conoscere più a fondo la figura di Rocco Petrone, nostro illustre concittadino artefice del primo sbarco dell’uomo sulla luna e precursore dell’era digitale.

Rocco Petrone a nostro avviso, è stato un esempio grandioso di scienza e di umanità! Abbiamo preso in prestito, per spiegarvi meglio da dove siamo partiti, il video di Coca-Cola (https://www.youtube.com/channel/UCWB5H2XuAVFami6O10pMK2w).

Come ci mostra il video, oggi i social fanno parte della nostra vita, i cellulari tengono le nostre teste piegate verso il basso e noi ci perdiamo le meraviglie del mondo! Anche la Luna se n’è accorta e su internet abbiamo trovato questo significativo dialogo tra la Luna e lo psicologo tratto dagli aforismi di Fabrizio Caramagna:
Psicologo: “Come stai?”
Luna: “Gli uomini non guardano più la mia faccia come una volta!sono assorbiti da uno strano display luminoso; e quando orbito intorno alla terra, vedo sempre meno bellezza e sempre più volti finti, preoccupati solo di apparire”.

Noi però, riflettendo sugli spunti che il corso ci ha fornito, abbiamo deciso di alzare lo sguardo e ci siamo accorti della Luna in tutto il suo splendore… La stessa Luna che il 20 luglio 1969 fu raggiunta dall’uomo nella spedizione dell’Apollo 11, guidata magistralmente dal nostro Rocco Petrone. In questa persona straordinaria abbiamo riscontrato e apprezzato non solo l’aspetto scientifico, ma tanti valori di fondamentale importanza come ad esempio il senso di appartenenza alle proprie origini: nell’intervista rilasciata a Piero Angela, infatti, non afferma in modo generico di avere origini italiane, ma specifica di essere di Sasso di Castalda, in provincia di Potenza! Altro tema affrontato nell’ambito del progetto, è stato quello legato al concetto di crisi: abbiamo imparato che il termine CRISI in giapponese ha un duplice valore: PERICOLO/OPPORTUNITA’, cioè una situazione di disagio porta con sé sempre un’opportunità favorevole di cambiamento da saper cogliere per ridare nuova linfa alla propria vita! Abbiamo notato che anche la vita di Rocco Petrone ci testimonia questo concetto: i suoi genitori partono da una situazione di estremo disagio, con tanti timori e perplessità, ma anche con coraggio, verso un Paese lontano dai loro affetti e dalle loro certezze seppur povere. Di certo portavano con sé la speranza di un futuro migliore e l’energia necessaria da investire per realizzare i loro sogni. Sogni che si realizzeranno nel loro figlio Rocco. Sul piano scientifico, ci ha colpito molto il passaggio in cui R. Petrone afferma che lo spazio è un laboratorio che ci offre la possibilità, attraverso il miglioramento delle comunicazioni, di accorciare le distanze tra le persone! Questo ci ha portato ancor più a riflettere di come oggi, al contrario, le utilizziamo per isolarci e distanziarci sempre più dagli altri: al mondo reale preferiamo quello virtuale.

Oltre a questo, a cos’altro è servito andare sulla Luna? (videoclip film”Genitori figli agitare bene prima dell’uso “https://www.youtube.com/watch?v=YmCY08-RMHY”.

Anche noi ci siamo posti questa domanda e con grande stupore abbiamo capito che la corsa alla Luna ha dato un importantissimo impulso allo sviluppo di tecnologie rivoluzionarie in tutti gli ambiti, da quello scientifico a quello medico. Ha contribuito per esempio alla realizzazione dei pacemaker, degli spettrometri di massa per la chirurgia, ai cibi liofilizzati e tanto altro ancora.

A conclusione del nostro lavoro possiamo affermare con profondo orgoglio che tutto questo porta anche la firma del nostro grande Rocco Petrone! Come lavoro di laboratorio del progetto abbiamo realizzato un plastico che racconta la storia di Rocco Petrone.

Per tutti i temi trattati, questa esperienza per noi è stata molto importante perché ci ha reso più consapevoli di quanto il rischio legato alla dipendenza da social, ci riguardi e di quanto potenziale abbiamo per poterci sentire protagoniste attive nel dare un contributo significativo per la crescita del nostro paese, così come in quest’occasione. Anche noi, questa sera, infatti, possiamo dire di sentirci Parte Attiva e vitale per e nella nostra comunità. Ci sentiamo profondamente orgogliose e soddisfatte per aver reso omaggio, con questo piccolo e semplice lavoro, a Rocco Petrone e a lui esprimiamo la nostra gratitudine per l’esemplare testimonianza di vita che ci lascia in eredità!

“Con-TE-Rocco Petrone- Siamo stati insieme……”

Grazie a quanti hanno reso possibile tutto questo.

ANNATERESA, MARTINA, LUCIANA.

RELAZIONE E RIFLESSIONE CONCLUSIVA DI LANGONE MADDALENA CORRESPONSABILE DEL PROGETTO.

A margine di tutto il lavoro svolto con estremo impegno e dedizione, desidero condividere la mia riflessione, su Rocco Petrone, riflessione “suggerita” dal significato colto nelle sue stesse parole tratte dalla sua ormai nota intervista. Non si tratta di una riflessione scientifica, semplicemente riguarda l’aspetto antropologico, etico, filosofico pedagogico e spirituale, di quest’uomo, ovvero la sua profonda umanità che oso raccontare attraverso la similitudine metaforica tra i moti della luna e le tappe del cammino dell’uomo. Quelle tappe che il filosofo M.Buber descrive in modo mirabile nel suo compendio “Il cammino dell’uomo” e che portano l’uomo a integrare se stesso in rapporto con gli altri e con il mondo che lo circonda e che Rocco Petrone ha compiuto nel corso della sua vita in maniera straordinaria ed esemplare.

Tre tappe che non a caso, le ritroviamo descritte in vari ambiti di studi: tre sono le cantiche della Divina Commedia; tre le istanze della personalità di Freud; tre gli stati dell’Io di C. Rogers; ancora nella letteratura fiabesca, tre i porcellini che simboleggiano il progresso della personalità” (B. Bettelheim “Il mondo incantato”)

Tre i moti della Luna cui mi sono ispirata!

Come tutti sappiamo, la luna compie tre movimenti (o moti):

il moto di rotazione è quello che compie ruotando su stessa;

il moto di rivoluzione è quello che compie ruotando intorno alla terra;

il moto di traslazione è quello che compie con la terra intorno al sole.

Dunque, i moti della luna ci ricordano le tappe che portano l’uomo (e l’uomo Petrone) a integrare se stesso nella tridimensionalità di corpo, anima e spiritualità. Singolare è considerare anche il fatto che, come la luna di cui è visibile solo una faccia, anche l’uomo è caratterizzato da una parte oscura, ignota.. misteriosa anche a se stesso (l’Es freudiano!!) “Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro”(Mark Twain)

Il moto di rotazione corrisponde nell’uomo alla prima e necessaria tappa che lo porta a conoscere se stesso (“ruota” intorno e dentro se stesso rispondendo al monito socratico: “Uomo conosci te stesso”) Ciò che ha realizzato anche l’“Uomo Petrone” come sua prima missione: conoscere per conquistare se stesso!

Rocco Petrone non è stato solo l’uomo che ha contribuito a conquistare “lo spazio cosmico” ma ha saputo conquistare “GLI SPAZI: prima quello interiore e poi quello esterno! E’ riuscito a trasformare i suoi “Vuoti” in “Spazi” da conquistare! I vuoti, di cui spesso le persone sono afflitte infatti, se alimentati solo dal senso di mancanza, possono essere nella vita come “i buchi neri nel cielo che si formano quando le stelle muoiono, collassano su se stesse e creano una regione, dove la forza di gravità è così forte che nulla (stelle, pianeti, gas, polvere e persino luce) può sfuggire, il cui confine detto “orizzonte degli eventi”, è il punto di non ritorno oltre il quale tutto è risucchiato per sempre.” 

Rocco Petrone, considerando il suo non facile percorso di vita, non si fa risucchiare dal “Nulla”, ma trasforma, appunto, i vuoti in spazi! Per esempio: ha dovuto fare i conti con l’assenza del padre, morto quando lui aveva appena sei mesi. Il bambino, l’adolescente e infine l’adulto Petrone nel corso del tempo ha saputo e dovuto trasformare quel vuoto…quella mancanza… in uno spazio da conquistare arredare, riorganizzare sempre..costantemente evitando di cadere nella trappola dell’ autocommiserazione. Oggi in modo particolare, si registra che il senso di vuoto, di mancanza, è un elemento che caratterizza la vita di tutti e si è in costante ricerca di elementi compensativi dall’effetto placebo di breve durata. Se ognuno di noi, così come Rocco Petrone, riuscisse a trasformare il proprio vuoto in uno spazio nuovo, probabilmente a tutti sarebbe possibile “toccare la luna con un dito”!

Il moto di rivoluzione lunare, corrisponde nell’uomo alla sua capacità/necessità di entrare in relazione con gli altri e Rocco P. compie con successo anche quest’impresa in tutti gli ambiti in cui è presente: scuola, famiglia, lavoro, sport ecc. distinguendosi per tenacia, passione, rispetto per gli altri e spirito di sacrificio!

Il moto di traslazione infine, corrisponde nell’uomo alla sua dimensione spirituale, coincide cioè, con quella tappa che, insieme agli altri, lo porta a chiedersi “perché” “come”; a conoscere, esplorare contemplare lo spazio intorno, il “cosmos”, cioè l’ordine, l’universo… vale a dire quel verso unico a cui tutta l’umanità è diretta. E di quest’ “Ordine”, Petrone porgendo l’orecchio alla sua dimensione spirituale, ne percepisce un’Artefice, un Creatore: quell’ “Amor che move il sole e le altre stelle!”

C:\Users\Utente\Desktop\download.jpg Rocco Petrone afferma: “Io credo che lo spazio offra al mondo una speranza di pace!

Credo che se la gente considerasse il mondo senza frontiere create dall’uomo, se lo considerasse semplicemente un mondo creato da Dio…Penso che impareremmo a vivere meglio e più uniti! Pensando ancora più in là….alla Luna e ancora più lontano, vedo la luna come un posto, dove l’uomo può costruire delle basi per conoscere meglio l’intero universo. Ci si domanda “perché?

“perché?” e’stata la prima domanda dell’uomo guardando in cielo e vedendo le stelle!

Rocco Anthony Petrone:

La Tigre di Cape Canaveral

Guardando questa immensità avrà detto “perché?”, “come?”. Superando milioni di anni siamo arrivati a ciò che siamo oggi! Personalmente non credo che l’evoluzione dell’uomo sia finita.

Penso che secondo l’evoluzione naturale che ci è stata donata dal creatore, l’uomo continuerà a chiedersi: “perché?”, “come?”e, di conseguenza, si evolverà sempre di più. Oggi penso ai sogni del futuro come a dei sogni, ma i sogni di oggi potranno essere la realtà del domani!”

Rocco Petrone uomo di scienze, dopo aver contribuito a una missione planetaria, quale l’allunaggio ha rappresentato nella storia dell’umanità, non si autocelebra né va in cerca di ulteriore notorietà, ma nella più totale riservatezza e in punta di piedi “esce di scena” compiendo così la sua missione più alta, raggiungendo l’apice del potere più grande e prezioso: IL POTERE DELL’UMILTÀ, ovvero la capacità straordinaria dell’uomo che, nonostante le sue conoscenze e i suoi successi non cede al delirio di onnipotenza, ma si riconosce infinitamente piccolo nell’infinitamente grande!

Ma perché siamo andati sulla luna? Che cosa ha trovato l’uomo sul satellite terrestre?

Al di là degli aspetti prettamente scientifici, possiamo concludere, rispetto alle suddette considerazioni, che l’uomo andando sulla luna RITROVA SE STESSO. La luna dunque non è solo il satellite della terra che riflette la luce del sole, ma riflette anche la nostra umanità! L’uomo alla fine della sua Missione, ritornando “a casa”, ritornando cioè a se stesso… dopo aver dato il proprio contributo al mondo in qualsiasi misura, compie un ulteriore passo, quel passo che manca alla luna perchè in fondo, la luna è quella “palla fredda, gelida, senza aria, senza vento….priva di emozioni”: E’ il passo dell’Evoluzione…quella tappa che appartiene all’uomo e all’uomo soltanto! (lo sostiene anche Petrone).

Ancora oggi, è’ frequente confondere la civilizzazione con l’evoluzione. La vita di Petrone ci insegna la distinzione: pensiamo ai genitori che decidono, con coraggio, di lasciare i loro affetti e nonostante si trovassero in una condizione sociale favorevole per quei tempi, (il padre di Rocco era carabiniere) si avventurano in cerca di prospettive di vita migliori verso un Paese lontano e sconosciuto. Partono portando con loro la sola speranza di un futuro migliore per sé e i figli. Dopo tante difficoltà, sua madre trova lavoro come operaia in una fabbrica di guanti, il padre come operaio ferroviario. Il lavoro permette loro di migliorare le condizioni di vita, di integrarsi. Ma quando tutto sembra essersi indirizzato al meglio accade l’imprevedibile, l’inatteso, l’irreversibile: suo padre, muore in un incidente sul lavoro. La madre, per un attimo, si guarda indietro pensando di ritornare a Sasso di Castalda, poi, mantenendo fede al progetto intrapreso con il marito, raccoglie frammenti sparsi di coraggio e guarda avanti, decide di rimanere in America nonostante tutto! Con un lavoro sottile, prezioso, come di filigrana educa, non alleva, i figli trasmettendo loro i valori fondamentali che fanno di Rocco Petrone l’uomo che è stato. Rocco dovette darsi da fare per aiutare la famiglia effettuando per molto tempo consegne a domicilio di ghiaccio. (https://www.wired.it/scienza/spazio/2019/07/13/rocco-petrone-luna-apollo11/?refresh_ce=)

E’ tutto questo che permette alla famiglia Petrone di EVOLVERSI, cioè cambiare non in funzione di quanto si possa avere, ma di quanto si possa diventare, ESSERE, grazie al senso di sacrificio, di volontà, di sfida e di lotta continua, di resilienza, diremmo oggi, necessaria per fronteggiare le avversità della vita.

Con riferimento al tema del progetto di cui sopra (l’uso e abuso dei social) ci chiediamo: oggi la nostra società quanto si è evoluta? Siamo più civilizzati o più evoluti? Se la risposta fa riferimento al possesso dello smartphone, ognuno di noi può considerarsi notevolmente civilizzato. Tutti, infatti, possiedono almeno uno smartphone di ultima generazione e con esso è possibile interagire con numerosi gruppi social. Quanto però, il numero dei like postati sotto le nostre foto ci condizionano l’esistenza?

Le statistiche dicono che il condizionamento è tale da creare malessere in tanti soggetti e questo è il sintomo evidente e oggettivo che il cammino di tanti, non solo degli adolescenti, verso l’integrazione di cui abbiamo parlato, è seriamente compromesso e dipendente dal giudizio degli altri.

A conclusione di questa relazione e, alla luce delle parole di Rocco Petrone, la nostra speranza è che ognuno di noi possa raccogliere come eredità di significato “l’Intelligenza d’Amore” di quest’uomo semplicemente GRANDIOSO! Sì perché, sappiamo bene che non a tutti è dato avere una mente scientificamente eccellente come la sua; non per tutti è possibile orbitare nello spazio, né tanto meno pensare di poter andare a vivere su un asteroide come tanti “piccoli principi e principesse”; di certo però, per ognuno di noi è possibile, grazie al proprio cammino di unificazione e integrazione, alla luce dei propri limiti e delle proprie risorse, contribuire a costruire nel qui e ora, sul nostro pianeta terra, una solida “base della tranquillità ”, fatta di sogni, di speranze, di responsabilità e corresponsabilità, di pace e di letizia! Affinché ognuno di noi possa lasciare qui, su questo nostro suolo terrestre, la propria “impronta di eternità” che racconti il nostro breve o lungo ma intenso passaggio sul nostro pianeta Terra.

Sia questo l’augurio, la speranza e la preghiera per ognuno di noi e per l’umanità intera!

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